Copenhagen ti sorride


Saliamo sulla metro. Destinazione NørreportMi guardo attorno. I danesi mi sorridono. Sorridono a me e in generale alla vita. Hanno l’aria rilassata e felice di chi vive una vita sana e lontana dallo stress. (Così sembra...).

La stazione si presenta, come la maggior parte delle stazioni, fredda e bruttina, ma circondata da infinite biciclette, che donano alla città un’aria serena.
Basta svoltare l’angolo e ci si catapulta nell’insolito mondo danese; casette antiche colorate contrastano con palazzi moderni. Negozietti di artigianato e di design pullulano in ogni dove. Il dualismo sembra essere una caratteristica di questa città-paese. 

L’appartamento di Marie e Max è spaziale. Oggi lo definiremmo “instagrammabile”. 
Un divano in velluto fa da padrone allo spazioso soggiorno e con lui anche un grosso tavolo in legno. Tappeti di animali e qualche oggetto di design qua e là. Poche cose.


La Casa di Marie&Max
La casa di Marie&Max


Colazione da Atelier September. Bevo un tè matcha e mangio un uovo alla coque. Così, per sentirmi danese. Che poi, cosa mangiano, questi nordici a colazione? Il posticino è carino. Super cute, direi. Due signori anziani ci sorridono, ancora una volta, e ci lasciano il posto. 

Ci dirigiamo verso Nyhavn. Il profumo di mandorle caramellate addolcisce il tempo poco clemente.
Canali, barche e case colorate.
Piove. Fa freddo. Siamo danesi adottivi per un weekend, e come tali, quando piove ci si bagna. 


Mandorle a Nyhavn
Mandorle a Nyhavn


Arriviamo a Christiansborg Slot, sede del Parlamento. 
Ci sono degli scorci molto interessanti, ma la pioggia non ci lascia tregua.
Ci ripariamo al caldo dentro HAY House.

Facciamo un pranzetto gentile e stabiliamo un percorso per l’indomani.

La sera ceniamo in un posticino interessante: Fleisch. Un ex macelleria. Per gli appassionati di carne.
(PS: Fleisch in tedesco significa carne). 


Nei pressi di Christiansborg Slot
Nei pressi di Christiansborg Slot


Il giorno dopo.
Il sole splende su Copenaghen.
Siamo carichi per dedicare le nostre energie a questa splendida città ancora tutta da esplorare. 
Direzione: Palm House, il giardino botanico che metterà a dura prova la tua resistenza al caldo!

Ignari dell’umidità che avremmo dovuto sopportare, ci dirigiamo in quella che è la casa delle farfalle.
Le vedi svolazzare qua e là, di tutti i colori. Qualcuno è terrorizzato dal poterle toccare. A noi, invece, diverte un sacco.
Sono bellissime e un po’ ci amano, perché ci prendono di mira. Una farfalla vanessa, sì quelle gialle con le macchie nere, si posa sul cordino della mia macchina fotografica. Una blu sul dito della Gio.
Il percorso prosegue. E con esso anche il caldo. 
Entriamo in un altra serra, per la precisione, la Palm House. 
La cosa incredibile di quest’ultima è che al suo interno vi sono delle scale a chiocciola che danno la possibilità di salire fino in cima alle palme e ruotarci attorno. 
L’altra cosa incredibile è che più sali e più il caldo, ovviamente, aumenta. 


Giorgia - Palm House
Giorgia - Palm House


Finita la sauna facciamo tappa al castello di Rosenborg, museo della famiglia reale. “Rosenborg Slot”; solo al secondo giorno capisco che Slot sta per castello e questa desinenza “-borg” mi crea un po’ di confusione in testa.
(Christians-borg, Rosen-borg, Charlotten-borg. Son tutti uguali! E io soffro di demenza senile, abbiate pazienza!)

Decidiamo che è giunto il momento di noleggiare una bicicletta.
I danesi sono tutti felici ad eccezione di coloro che noleggiano biciclette. Loro no, loro sono antipatici e non sorridono nemmeno. E sono pure cessioftheday!
Pronti a salire in sella alle nostre grazia, graziella e grazie al cazz…
Noleggio una “minibike” per esigenze tecniche. Facevo un po’ ridere. 

Muniti del giusto mezzo che, dopo aver preso la pioggia senza usare l’ombrello, è uno dei test di ammissione per diventare un vero cittadino di Copenhagen, ci dirigiamo a far visita alla Sirenetta. 
Totalmente incapace di partire, con la mia minibike arrivo ovunque.
Il sole è talmente danese che sorride, anche lui.

Segue un mega giro in bicicletta per arrivare fino al Reffen: uno street food situato fuori dal centro con una location abbastanza atipica.
Ordino un piatto vegano e mi sento così "healthy", con la mia bibita al melone (da vomito!). 
Ho goduto del caldo, del cibo e soprattutto dei “bonioftheday” (cit. @leperledipinna).

Dovete sapere che i danesi hanno una caratteristica fisica ben precisa: sono tutti boni. Mori, biondi, alti. 
C’erano bonioftheday ogni day e in ogni dove. 

Ci dirigiamo verso la Città Libera: Christiania. Al suo interno è vietato fare foto. Si tratta di un quartiere di Copenhagen che, come rimanda il nome, è libera da ogni legge. In altre parole ci si ammazza di canne e se si vuole comprare un po’ di erbetta ci sono dei ragazzi alle loro postazioni: tavolino, bilancina e droga. Poi si va sul lago a fumarla. Niente di trascendentale. È sporca ed è talmente affollata che non trovi neanche un angolino pulito dove sederti. 

Abbandoniamo il mondo “hippie” (che poi tanto hippie non è! Mi pare un po’ una cacata questa Christiania.) per inoltrarci in uno dei quartieri, a mio giudizio, più affascinanti di CPH: Nicolai Eigtveds Gade. Stradine isolate che si affacciano sul canale. Di fronte alla Bibliotecail Diamante nero”. Quest’ultima è assolutamente da visitare, tanto per la struttura interna quanto per il meraviglioso cortile di cui Kierkegaard è il padrone. 
Il sole scaldava il mio cuore. Ero un po’ stanca, ma è qui che ho potuto fare le fotografie di cui più vado fiera.


Nicolai Eigtveds Gade
Nicolai Eigtveds Gade



Il cortile della Biblioteca
Il cortile della Biblioteca


Ultima tappa della giornata Tivoli. Tivoli è un parco divertimenti costruito nel 1843. Uno dei più antichi ed esistenti al mondo. La sua particolarità sta proprio nella sua antichità: le luci sono le protagoniste. Sembra di entrare nel mondo dei balocchi. Jonny, Andre e Gio fanno le montagne russe. Io mi diverto di più all’interno di un negozietto che vende oggettini inutili e super costosi. Compro: tre cartoline, una calamita da regalare alla Miri e un pupazzetto di quelli danesi da collezione. Per la precisione: la fatina dei denti. Tutte cose super kawaii. Inutili, ma kawaii. :)

Ceniamo in un ristorante danese, sempre all’interno di Tivoli: Grøften. Menù a base di asparagi bianchi. Il cibo è super! 

Sunday morning obiettivo Louisiana Museo d’Arte Moderna. Tappa assolutamente da non perdere. 
Il Museo affaccia sul Mar Baltico (credo!) e dall’altra parte è possibile intravedere la costa della Svezia (credo! Ahahah). 
La struttura è interessante e con essa anche le opere al suo interno.
Tra le mostre temporanee vi era quella di una certa Pipilotti Rist. Una folle. Che fa cose folli. Non so in che altro modo descriverla. E poi un certo Dea Trier Mørch e le sue litografie molto interessanti. 
Assolutamente da non perdersi la semplice e geniale installazione di Yayoi Kusama. 


Giorgia - Louisiana Museo d'Arte Moderna (Pipilotti Rist)
Giorgia - Louisiana Museo d'Arte Moderna (Pipilotti Rist)


Louisiana Museo d'Arte Moderna (Yayoi Kusama)


Torniamo a Nørreport per goderci le ultime ore rimaste in bicicletta.
Visitiamo il parco Superkilen e la famosa Torre circolare.

Si torna a casa.

Piccolo aneddoto divertente: mentre vado in bicicletta mi accorgo della presenza insistente dei gabbiani che svolazzano sopra le nostre teste. Faccio notare alla Gio come una sgagazzata potrebbe colpirci e affondarci da un momento all'altro. 
Neanche a dirlo. 
10 minuti dopo mi ritrovo, appunto, colpita e affondata da una una "cacca di gabbiano" che si deposita molliccia sui miei jeans (almeno non in testa!). 
Che la fortuna sia dalla mia?
Oppure, al contrario, sono così sfigata nella vita?
Chi lo sa.

Ringrazio i miei compagni di viaggio che mi hanno fatto questo speciale regalo, in particolare mia sorella Gio.
Instacabile ragazza mondana.

Arrivederci Copenhagen.
Ti dedico un sorriso.
Il mio.

PS: ho aggiunto il link di qualche posticino su Instagram. Se siete interessati potete sbirciare! 

PS2: sul mio Instagram ho pubblicato qualche foto e qui tutte le altre.

Marta

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