Il vissuto del C40.

Incredibile, ma vero.

Mi mancheranno i viaggi sul C40.
Per tre anni mi ha accompagnato, senza mai lasciarmi a piedi. O quasi.

Se non fosse per il costo dei biglietti,
per la puzza sconcertante
e
per lo schifo che trovi in giro,
il C40 sarebbe il camioncino dei miei sogni.

La donna brizzolata con i calzoni bianchi;
le avventure di padre e figlio, puntuali, come sempre: il venerdì alle 18:10;
donna speranza, il suo taglio di capelli e la sua voglia di vivere;
la negretta gambe chilometriche e codini;
l'amico del negozio di sotto;
e poi lui: il disabile del posto dietro, al centro;
la crew del Politecnico;
quelle del solito posto: al centro del bus, con il vetro davanti;
e poi ancora,
ancora
e
ancora.

Ognuno di loro ha una vita propria,
ma a me piace immaginarla.

Raramente metto le cuffie e ascolto la musica: preferisco i loro discorsi.

Per esempio nella mia TopList c'è sicuramente la signora con i calzoni bianchi.
Chissà che lavoro fa. 
È sicuramente molto intelligente, perché legge moltissimo e sempre. 
Una volta l'ho vista leggersi un mattone di schede, probabilmente scritte in corpo 8. 

E vogliamo parlare della crew del Politecnico? 
Mi è bastato sentire mezzo discorso per farmi sentire una capra ignorante.
E non che le capre lo siano, poverine, ma così si dice, no? 

Comunque.. 

Non sono solo le persone a fare del C40 un posto magico;
prendiamo in considerazione i sedili, più nello specifico i tessuti dei sedili.
Le texture sono favolose, 
ti ci puoi perdere per delle ore: 
scoprire che in realtà, in mezzo a quelle macchie astratte si nascondino animali inesistenti, non ha prezzo, soprattutto se lo fai notare alla tua compagna di viaggi! 

Nel mio caso, Veronica. 

E attenzione, 
come già vi avevo forse accennato nei post precedenti,
è uno spettacolo contare la quantità di macchie oleose su cui voi tutti, 
specialmente le teenager, 
appoggiate la testa. 

Mai. Mai farlo. 

E ci avete mai pensato? 
Quando prenotate la chiamata?
Si, è godurioso quel trillo, ma quante dita l'avranno pigiato?
E quanti culi si saranno seduti al nostro posto? 

Beh, caro C40. 
Nonostante i tuoi difetti, 
per me sei unico. 

Una delle cose più belle della mia vita di tutti i giorni è accomodarmi, 
su quei sedili abbastanza stretti da non starci,
e godermi il viaggio. 

"L'incanto sarà godersi un po' la strada." (Buon Viaggio - Cesare Cremonini)

E con questo concludo e mi affermo una sincera viaggiatrice.

Alla prossima.

Marta