I racconti del C40 (Continuo..)

Ci sono diversi tipi di autisti; per esempio, ci sono quelli della pausa sigaretta, che giunti a capolinea, toglietegli tutto, ma non la loro adorata sigaretta; poi ci sono quelli facilmente irritabili, che talvolta corrispondono con quelli razzisti: hanno questa tendenza a risponderti e a guardarti male, soprattutto se sei straniero; ovviamente, ci sono poi i calorosi, quelli che il riscaldamento in inverno non esiste, piuttosto aria condizionata e finestrini aperti; a seguire troviamo il rarissimo caso degli inesperti: in rotonda ci entrano solo quando è il loro turno e ad ogni dosso muore una farfalla, quando scendi dal pullman hai almeno 50 anni in più e ti sei scordata perché l'avevi preso. In controtendenza ci sono poi i piccoli Schumacherini, inspiegabilmente arrivi a destinazione in anticipo, ma a sto giro con 50 anni in meno e il sorriso stampato sulle labbra: sei vivo! Per finire ci sono gli autisti normali, che sono persone normali e come tali ti salutano, sono educati, vanno alla giusta velocità e mantengono la temperatura del pullman.. Pensate un po'? Normale.

Questa breve riflessione giornaliera è scaturita dall'osservazione odierna di una scena al quanto "normale"; un signore Giappo (chissà perché avrà catturato la mia attenzione!) realmente happy, e quando dico happy mi riferisco al fatto che aveva uno splendido sorriso contagioso, ha gentilmente chiesto di poter salire sul pullman all'autista nonostante non avesse il biglietto, perché solo la fermata dopo sarebbe dovuto scendere.. E.. Rullo di tamburi.. L'autista ha accettato! 

Sono rimasta colpita da una scena quotidiana di normalità e convivenza civile.

Arigatou.

Ci sono cose tremendamente belle, come ad esempio.. La vita.

La vita fa paura, ci gioca spesso brutti scherzi e molte volte rimaniamo fregati. 
Ho una visione un po' brutta del futuro, ma non è colpa di qualcuno è più che altro il presente a deprimermi.  
Mi domando se un giorno le cose miglioreranno, se cambieranno. 
Nella mia negatività si accende sempre la speranza e ciò che realmente mi fa andare avanti è sognare ad occhi aperti e progettare un futuro probabilmente utopico. 

Non mi piace essere pessimista, ma un po' lo sono.. 
Mi piace ridere e mi piacciono le persone sorridenti. 

Immersa nel grigiore della quotidianità mi è capitato di scattare queste foto e nel rivederle ho iniziato a riflettere; sono giunta alla conclusione che: 

ci sono cose tremendamente belle, come ad esempio.. La vita.

Sicuramente ho ancora un lungo percorso da attraversare, devo ancora crescere, maturare e migliorare, per ora, quando sono triste, riguardo queste immagini e penso che infondo, la vita, non è poi così male.. 

(specifico: non voglio mica essere ingravidata!!!!) 

Grazie a mamma Mari e al suo dolcissimo Filippo per questi scatti. 

È l'ora della pappa.
È l'ora della pappa.

Pisolino
E dopo la pappa un bel pisolino.

Succo
La mamma e Filippo bevono il succo.

Calimera

Finalmente mare. 
Quest'anno la destinazione era Rodi, per la precisione Lindos. 

Mi sono innamorata di questo paesino costellato di casette bianche sparse ovunque. 
Il caldo era soffocante: 30° alla sera; era impensabile non comprare l'aria condizionata a ben 8€ al giorno! 


Lindos
Lindos

Il mare di Rodi è qualcosa di meraviglioso: trasparente come pochi. 
In alcuni posti era magico, come alla spiaggia di Anthony Quinn: un'oasi dai colori contrastanti. 
Vederla per crederci! 


Anthony Quinn
Anthony Quinn

Non era niente male anche la nostra spiaggetta; a due passi dal nostro "loft", appena l'ho vista ne sono rimasta incantata. 
La cosa incredibile era nuotare fino la scogliera, oltrepassarla e scoprire un mare ancora più azzurro. 


St Pauls Bay
St Pauls Bay
St Pauls Bay
St Pauls Bay
St Pauls Bay
Peace and Love

Molto bella Prassonissi, la punta più a sud di Rodi, in cui i due mari, Egeo e Mediterraneo si incontrano. È qui che mi sono rifatta un po' gli occhi tra i norvegesi surfisti! 
Poco divertente è stato il tragitto: una tenera capretta ha deciso di sbucare fuori all'improvviso e piombare la mia gamba (eravamo in moto, con un 125 che chiedeva pietà!). A parte l'ematoma poco elegante che mi porto dietro tutt'ora, ne sono uscita inerme, questo è l'importante. Ah.. Ed ovviamente la capretta non si è fatta assolutamente nulla!

Rodi: una splendida isola.

Teresa

Il mio soggetto preferito è mia nonna.

Come tutte le nonne che si rispettino, porta un nome da nonna: Teresa.

Penso di assomigliarle molto sotto certi aspetti; per esempio le unghie delle mie mani sono identiche alle sue, in particolare l'anulare della mano destra che ha una forma un po' ambigua, è sempre irregolare. 

Come a lei, anche a me piace riordinare tutto, ogni cosa dev'essere al suo posto! 

Ad entrambe ci piace mangiare, mangiare all'infinito, pensare solo ed unicamente al cibo. 
Ruba il cibo dagli armadietti e dal frigorifero, al punto che mia mamma ha dovuto chiuderli con una sorta di lucchetti per bambini. (È diabetica!)
Confesso che talvolta faccio uno strappo alla regola e qualche biscottino o caramella gliela passo (anche se hanno lo zucchero!).

Lei mi ha trasmesso un sacco di valori importanti, tra i quali il riciclaggio; in realtà non sono una grande conservatrice, al contrario butto via tutto. Invece lei conserva qualsiasi cosa. 

Quando era in forma e ancora si ricordava il mio nome mi faceva baciare (obbligatoriamente) tutti i santini e il suo Papa preferito Wojtyla. 
È una grande credente: in tasca ha sempre una corona o qualche medaglietta di Gesù, guai a toccargliele!

La Teresa è un osso duro con le contropalle, non te le manda a dire. 

Ce ne sarebbero da raccontare sul suo conto, ma l'unica cosa di cui sono certa è che:
la mia nonna è la migliore. 

Lo scialle
Lo scialle

La casa
La casa

Sbirciando
Sbirciando

Shizuka

Affascinante. 
Ci sono persone incredibili.

Nel percorso della mia vita ho incontrato persone dalle quali sono rimasta affascinata, poi mi sono resa conto che non ero ricambiata e tutta quell'aura che le circondava è volata via. 

Oggi voglio parlare di fascino e umiltà. 

A parer mio sono due delle cose più belle che il mondo ci offre (ovviamente insieme al cibo e al buon vino).

Quando qualcosa mi piace veramente la reputo affascinante; il mio ideale di "bellezza" non è solo qualcosa di piacente, bensì qualcosa che va oltre l'apparenza. 
Quando qualcosa "racconta" diventa per me estremamente affascinante. 

È lo stesso nelle persone: quelle che i loro progetti mi incantano; che siano pittori, che siano fotografi, che siano artisti o no.. 
Tutte quelle persone che sono tremendamente sagge e poetiche. 

MA..

Il fascino porta con sé valori molto forti: rispetto e umiltà. 
Ecco perché esistono persone affascinanti solo l'apparenza. 

Non tutti lo siamo, non tutti siamo affascinanti e quindi non tutti sono umili e rispettosi. 
Io vorrei diventarlo: una persona affascinante, rispettosa e umile. 

Rimango incantata dalle cose e dalle persone affascinanti e mi perdo nei miei viaggi solitari dei miei sogni incredibili. 

Questa riflessione è nata dalla scoperta di un fotografo giapponese: Yamamoto Masao
Guardate i suoi lavori e riflettete. 
Io ne sono rimasta affascinata. 

“Shizuka”- puro, immacolato, chiaro e limpido

Shizuka: Monte Fuji - Yamamoto Masao
Shizuka: Monte Fuji - Yamamoto Masao
Kawa: Monte Fuji - Yamamoto Masao

Maestro Fontana

Se dovessi definire cos'è per me la fotografia, penso che la mia risposta sarebbe la
seguente: 
beh, la fotografia è il cuore prima di tutto, è il cuore in cima alla lista. 
La fotografia non è la macchina fotografica o il panorama più bello, la fotografia è il cuore che corre più veloce della vista. 
Molti scatti sono impressi lì: nel mio cuore. 
È indispensabile conoscere le tecniche e il funzionamento di una macchina fotografica, ma se il tuo cuore non viaggia più veloce della vita, allora lascia perdere, forse stai imboccando una strada sbagliata. 

Esatto, per fotografare ci vuole cuore e forse anche un po' di Filosofia. 

Io mi sento così: sognatrice e speranzosa, con la macchina in mano e tante utopie in testa.

Partecipavo a un workshop sulla fotografia, ambientazione lago. 
Le persone erano intente a fotografare i noiosissimi cigni, piuttosto che le anatre mezze spelacchiate ed io mi sentivo tremendamente annoiata. 
Annoiata, perché non sapevo cosa fotografare. 
Ciò che mi circondava non mi rappresentava per niente, e soprattutto non mi ispirava;
poi.. Vidi quelle case e subito mi venne in mente lui: "Franco Fontana", uno dei maestri italiani della fotografia a colori.

Questo il motivo per cui ho deciso di nominare questa serie "maestro Fontana".

Appartamenti
Appartamenti

La casa con la biscia
La casa con la biscia

Scuola

I racconti del C40

Un operaio termina la sua giornata lavorativa e sale sul mio stesso pullman sedendosi di fronte a me; probabilmente, essendo stanco della giornata lavorativa appena terminata, decide di appisolarsi e così.. Si addormenta. Ecco che allora inizio ad osservarlo e noto un particolare interessante: l'operaio, stanco e sudato, indossa un marsupio che mostra una scritta importante: "VIVI FELICE". Avrei dato qualsiasi cosa per avere una macchina fotografica e immortalare un significato così grande. 
(Questo non significa certamente che un operaio debba vivere una vita infelice, anzi..) 

Tratto da: "Le fotografie che non ho mai scattato" di Marta Pontiggia. 


Viaggiare con i mezzi è un privilegio: incontri persone uniche, ascolti i loro discorsi, le loro telefonate e talvolta la loro musica; conosci le nuove generazioni e le generazioni più vecchie delle tue; puoi anche imparare nuovi "slang" o addirittura nuove lingue e dialetti; è super interessante quando ti capita di trovare qualcuno che legge un libro: io sono sempre tremendamente curiosa di sapere qual è il titolo (magari piace anche a me!); ogni viaggio è qualcosa che porto a casa.. Mi piace il pullman: un bagaglio di idee all'ordine del giorno! 

Ed occhio alle "cute oleose" dei finestrini. Di seguito: regola numero 1: non appoggiare MAI la tua testa al finestrino!